mercoledì 15 giugno 2011

San Giorgio del Sannio (BN).Licenziamento collettivo Telsey:COME E' ANDATA A FINIRE ?



Ad oltre un anno dall'esplodere di una delle vertenze lavorative più gravi che hanno coinvolto il Sannio, è giusto ripercorrerne le tappe e raccontare com'è andata a finire, nel silenzio generale.
È il 22 febbraio del 2010 e la Telsey s.p.a, società che si propone come leader mondiale nella progettazione e produzione di Access Gateway, IP-Video Station e altre soluzioni che permettono l’accesso e l’uso di servizi di comunicazione multimediale a banda larga, annuncia ai suoi lavoratori di San Giorgio del Sannio l’imminente chiusura della sede, a causa di una situazione di crisi che avrebbe investito tutta l’azienda, ivi inclusa la sede madre di Treviso.
A fronte di questo annuncio, i lavoratori decidono di iscriversi al sindacato, onde poter meglio seguire la procedura di licenziamento, come definita dalla legge; i sindacati richiedono alla Telsey una posizione ufficiale sulla situazione, anche perché non risultano identiche difficoltà economiche presso la sede di Treviso o comunque non risultano in corso valutazioni di tagli simili. Telsey non dà subito seguito alle richieste sindacali e a distanza di circa due mesi dall’annuncio, a mezzo di Confindustria Benevento, avvia trattative informali per far fronte alla situazione. Nell’aprile 2010 si ventila, da parte aziendale, una prima ipotesi di cessione di ramo di azienda, operazione che, secondo legge, deve tutelare i diritti dei lavoratori nel passaggio alla nuova proprietà. Pertanto, di fronte a questa prospettiva, i lavoratori e i sindacati chiedono informazioni circa l’azienda cessionaria, sia al tavolo sindacale che esternamente ad esso, in termini di ragione sociale, solidità finanziaria della nuova realtà aziendale, piano industriale, capacità di assorbimento di una realtà di 17 lavoratori con disparate competenze tecniche e tecnologiche, prospettive per il futuro.
Di fronte a questa ragionevole disponibilità dei lavoratori, l’azienda Telsey S.p.a, in più incontri, non si dimostra in grado di fornire una sufficiente e adeguata informativa. Anzi, mutando decisione, propone ai sindacati, in data 20 maggio 2010, un accordo per la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per crisi aziendale per un periodo di 12 mesi, a partire da lunedì 24 maggio 2010: cassa integrazione per tutti i lavoratori del sito (17). La proposta di accordo non viene accolta né dai sindacati né dai lavoratori a mezzo delle Rsa. Ma l’azienda, con successiva comunicazione via email, dà comunque seguito alla sua decisione, comunicando ai lavoratori la sospensione dal lavoro con richiesta di intervento della CIGS, a decorrere dal 24 maggio, per 13 lavoratori.
Il passo successivo dei lavoratori è quello di recarsi, dopo l’assemblea sindacale del 25 maggio 2010, dal Sindaco di S. Giorgio del Sannio prima e, tre giorni dopo, dal Presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile. In quel frangente, in cui anche chi scrive era presente, i dipendenti chiedono alla Provincia un intervento tempestivo per fare chiarezza sulla situazione e per dare un speranza di inserimento o comunque di sviluppo delle alte professionalità che i lavoratori avevano acquisito. I lavoratori pongono l’accento sulla strana nascita di una nuova società, l’Alpha Digit, fondata da tre dipendenti Telsey, iscritta alla Camera di Commercio e con sede a S. Giorgio del Sannio, luogo dove attualmente sono allocati gli uffici Telsey. Su questo punto la Provincia si dichiara estranea alla vicenda, asserendo di non conoscere questa “fantomatica” società, che ritroveremo però più avanti. Il Presidente della Provincia in quell'occasione promette, inoltre, un suo intervento per pressare la Telsey affinché faccia chiarezza sulle decisioni prese, pur avendo intuito da tempo che la crisi dell’azienda sia più grave del previsto.
Dopo le belle parole di Cimitile, 20 giorni dopo, ai sindacati che si occupavano della vicenda giungono le notifiche delle procedure di licenziamento collettivo da parte della società. L’ennesimo smacco, poi, per i lavoratori Telsey, arriva il 29 giugno 2010 quando, presso la sede di Confindustria a Benevento si tiene un incontro tra la stessa Confindustria, la Telsey s.p.a e i sindacati, in cui alle Rappresentanze Sindacali dei lavoratori licenziati dalla Telsey in data 11 giugno 2010 e già senza stipendio dal lontano maggio 2010, viene fatto abnorme divieto di presenziare ed assistere all’incontro “segreto” in quanto i Sindacati avrebbero disconosciuto le rsa già in sede regionale, al tavolo istituzionale del 4 giugno presso gli uffici della Giunta Regionale della Campania, Settore Politiche del Lavoro, in quanto ree di essersi fatte assistere da consulenti per l’esame congiunto.
L’incredibile passo successivo che ha reso ancora meno chiara la vicenda è che, in data 12 luglio 2010, ai 14 dei 17 dipendenti arriva, oltre alla lettera di licenziamento, la comunicazione che “l’intera procedura di mobilità si è conclusa con un accordo sindacale tra le parti”. Ma, ci chiediamo noi, se le parti erano rimaste fuori dall’incontro con Confindustria, come si è potuto concludere quell’accordo sindacale?
Ciò che sappiamo di nuovo sulla vicenda è che le ultime notizie del caso Telsey sono state più che altro roba da avvocati, per cercare di trovare un compromesso economico e per evitare il processo. Ciò conviene sia all'azienda, che, in caso di condanna, potrebbe avere problemi con gli azionisti; sia al lavoratore, che non desidera certo aspettare un paio d'anni (almeno) per ricevere qualcosa.
Il giorno 18 aprile 2011, davanti alla Commissione Provinciale di Conciliazione delle Controversie di Lavoro, è stato raggiunto un accordo tra le parti, ovvero tra Telsey s.p.a. e dieci lavoratori, assistiti dallo stesso avvocato. Le altre tre persone, assistite da legali diversi, non sappiamo come e se si siano accordate. Poi ci sono altri tre lavoratori che pare siano diventati dipendenti dell’Alpha Digit, e che all’indomani dell’incontro con Cimitile da parte dei loro colleghi hanno fatto intervenire i loro legali per censurare l’articolo, da me scritto un anno fa, per affermare l’inesistenza della nuova società.
Tornando al presente, uno degli ex lavoratori della Telsey ci racconta che “la riunione è stata una mera formalità, nel senso che i termini dell'accordo erano chiari a priori, e i funzionari della Commissione (dipendenti statali, ma è obbligatoria anche la presenza di sindacalisti) non sono nient'altro che burocrati che devono riempire un po’ di carte”. E continua: “Noi abbiamo rinunciato a qualsiasi pretesa legale contro Telsey, in cambio di un risarcimento danni. Oggetto dell'accordo è stato anche il pagamento della mensilità di luglio (non lavorato, ma fino al 14 eravamo a tutti gli effetti dipendenti Telsey) e del TFR: finalmente, un anno dopo, a rate, riusciremo ad averlo”.
Nel frattempo, in questo ultimo anno, la Telsey ha stretto un contratto in esclusiva con la Peugeot, per un router Wifi che porta la connettività nell'abitacolo dell'automobile. Se si cerca "Peugeot Telsey" su Google, ne parlano tutti i siti di tecnologia, e a settembre 2010 questo prodotto, con tanto di logo Telsey, era pubblicizzato da Peugeot anche in prima serata sulla RAI. Inoltre, la Telsey ha avuto accesso, come capofila di 11 società, a 3 milioni di euro di finanziamento per il progetto Delis, nell'ambito del bando "Made In Italy", bandito dal Ministero dello Sviluppo Economico nel 2008. Questo finanziamento è stato incrementato da 800mila euro a 3.706.504,62 euro con un decreto del 28 maggio 2010, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 luglio 2010, una settimana prima che i lavoratori venissero licenziati. Tra i criteri che hanno consentito questo incremento, c'è stato anche l'afflusso di risorse riservate a regioni disagiate, come la Campania.
Ma resta ancora apertissima e indecifrabile la questione del Centro di Eccellenza di San Giorgio del Sannio. Chi c’è dentro questo centro? Ribadiamo che Cimitile, all’incontro di un anno fa, disse ai lavoratori che lì dentro c’era la Telsey, e che non poteva essere cacciata perché aveva un contratto di due anni con la Provincia, anche se non si sa per farne cosa visto il licenziamento dei suoi dipendenti. E se in quei locali ci fosse invece la Alpha Digit, magari in subaffitto dalla Telsey? Di sicuro un Centro di Eccellenza ridotto a magazzino ci sembra di una cosa molto triste e difficile da digerire...
Sarebbe interessante, a questo punto, capire come e da chi vengono utilizzati i locali della Provincia e chiedere al Presidente Cimitile quali sono le prospettive del "Centro di Eccellenza".
Fabio Marcarelli